L’articolo 5 del Piano-Casa

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Proponiamo un’analisi del sito d’informazione Dinamo Press, pubblicata lo scorso anno poco dopo l’approvazione del decreto n. 47/2014 ovvero “Misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015”

http://www.dinamopress.it/news/lart-5-del-piano-casa-di-renzi-e-lupi-e-il-diritto-ad-esistere

Un ripasso sempre utile su cosa significhi per il governo intervenire urgentemente per l’emergenza abitativa: negare l’allacciamento alle utenze ed il diritto alla residenza agli e alle occupanti, senza tuttavia fornire alcuna soluzione alternativa.

L’ultima inchiesta statistica ufficiale per il monitoraggio degli sfratti nel 2011 manifestava già dati preoccupanti:

“Le sentenze di sfratto emesse sono state 63.846, motivate nell’ 1,3% per necessità, nell’ 11,7% per finita locazione e per ben l’87% per morosità; delle sentenze emesse nel 2011 il 49,5% sono state emesse nei comuni capoluoghi e il 50,5% nei comuni della provincia; le richieste di esecuzione di sfratti presentate alle forze dell’ordine da parte degli ufficiali giudiziari sono state 123.914 e gli sfratti eseguiti in presenza dell’ufficiale giudiziario coadiuvato dalle forze dell’ordine sono stati 28.641; sono invece sconosciuti i dati relativi all’allontanamento spontaneo dall’alloggio da parte di sfrattati che non hanno atteso l’arrivo della forza pubblica; di fatto in Italia sono eseguiti 140 sfratti al giorno” (Fonte: Sistan 2013)

Sfratti per i quali di fatto non è fornito alcun percorso di passaggio da casa a casa.

Le conseguenze dell’applicazione dell’articolo 5 del Piano-Casa sono ormai evidenza empirica: la task-force di sgomberi avvenuta a Milano nell’autunno-inverno del 2014 è l’esempio più eclatante di come per “emergenza abitativa” il governo intenda “emergenza occupazioni”.

La negazione del diritto alla residenza impedirà l’accesso ai servizi sanitari o all’istruzione a coloro che occupano una casa perché esclusi dai parametri economici con cui lo Stato misura oggi il grado di “necessità” degli individui. In mancanza di uno dei presupposti fondamentali per accedere ad un elenco vastissimo di servizi, non erogabili se si è privi di una residenza, gli occupanti e le occupanti vedranno cancellato il loro diritto ad esistere.